Interviste

GGGUAPO e la sua PARANOIA 04: l’intervista al rapper emergente straight outta Arezzo

GGGUAPO è un rapper classe 2004 della provincia di Arezzo che ha da poco rilasciato il suo primo Ep intitolato “PARANOIA 04“. Abbiamo avuto modo di intervistarlo riguardo all’Ep, al suo background musicale e a luogo da cui proviene, ossia la provincia di Arezzo.

GGGUAPO, In “DA AR A NY” racconti la tua voglia di farcela e, metaforicamente, di andare a New York, ma quanto è importante per te Arezzo? Lo vedi come un trampolino di lancio o come un luogo da cui scappare?

Arezzo ha un alto tipo di background rispetto al luogo dove sono cresciuto e soprattutto un altro tipo di cultura sul rap underground, essendo una città un po’ più grande ti dà la possibilità di interfacciarti con tanti tipi di artisti che vanno dall’old school, alla drill fino ad arrivare all’indie. Sicuramente Arezzo è una città che mi ha dato molto a livello umano, cosa che ha inevitabilmente influenzato la mia musica.  Al giorno d’oggi molti artisti provinciali che fanno successo si trasferiscono nelle grandi città.

Per me è fondamentale continuare a vivere nella propria provincia in primis per gli amici e i familiari che ti tengono con piedi per terra e in secondo luogo perché ci sono troppi pochi rapper che parlano di questi tipi di realtà, quando sono sicuro che ci sono molti ragazzi di provincia che si rispecchiano molto di più in questa roba rispetto al rapper che parla di una realtà molto più grande.

L’identità sonora è già riconoscibile, tra sample interessanti e melodie fresche. Quali sono le tue ispirazioni più grandi? Da dove trai idee per scrivere e produrre la tua musica? Cosa ti ha spinto a iniziare una carriera musicale, più precisamente sotto la bandiera del rap?

Il rap ha sempre fatto parte della mia vita. Mio padre aveva dei CD contenenti tutta la musica che ascoltava da giovane. Il primo rapper con cui sono andato in fissa fu Caparezza. Oltre al rap ascoltavo molto Micheal Jackson ma principalmente ho sempre ascoltato rap italiano. L’artista che mi ha ispirato di più probabilmente è Gemitaiz, forse perché fu il primo artista in cui mi rivedevo per ciò che raccontava e per quel suo senso di rivalsa verso una vita che probabilmente non sentiva sua. Le idee per la mia musica nascono principalmente dalla mia vita quotidiana, esperienze vissute, paranoie, pensieri e dalla voglia di esprimermi e di farmi ascoltare, cosa che mi ha spinto ad iniziare questo percorso. 

C’è tanta critica sociale, soprattutto per essere un progetto di un emergente giovanissimo, secondo te il rap deve avere “l’obbligo” di portare dei messaggi? Ti senti portatore di determinati messaggi? Se sì, di quali?

Secondo me il rap è sinonimo di verità e di denuncia sociale; è la possibilità di dare una propria visione del mondo lasciando anche interpretare quello che dici al pubblico. È altrettanto importante fare canzoni anche un po’ più leggere sperimentando suoni o melodie. Il messaggio che porto è sicuramente quello di non reprimere la rabbia, ma farne un punto di forza e trasformarla in qualcosa di positivo che sia arte, musica, sport e altro.

Gli ultimi due brani del progetto sono anche quelli più personali e intimi, come se calasse il sipario e rimarresti a fare i conti con te stesso. Quanto sono importanti per te questi due brani?

NOTTE A LUGLIO (outro)” e “PROBLEMI FAMILIARI freestyle” sono sicuramente i brani più introspettivi dell’ Ep.  “NOTTE A LUGLIO” è un lato di me che probabilmente solo le persone a me più care hanno visto. Ho volutamente ricercato quel tipo di Mood e di sonorità un po’ old school che abbinate al testo lasciano una sensazione di vuoto, descrivendo perfettamente come mi sento nella quotidianità, volendo lasciare anche diversi spunti di riflessione, nonostante mi rendo conto siamo pensieri molto malinconici.

PROBLEMI FAMILIARI” era un freestyle che misi su Instagram a febbraio di quest’anno. È la canzone che dura meno dell’album ed è scritta molto di getto, ma che secondo me rappresenta al meglio i miei amici e la provincia in cui vivo ed è proprio questo freestyle il motivo per cui la copertina dell’album è una collana cubana tempestata di diamanti; volevo rappresentare il valore che io do a ciò che dico comparandola  a un oggetto che nella cultura rap ha un grande valore monetario.

Freakythatfreak è l’unico ospite del progetto ed è presente nella traccia “VIENI A BALLARE IN UMBRIA”. Com’è nata questa collaborazione? Quanto è importante per voi raccontare dell’Umbria? 

Io e freaky ci conosciamo da 13 anni, per me è come un fratello. Ho iniziato questo percorso grazie a lui, che iniziò a scrivere un po’ prima di me; per certi versi è stato anche un po’ una sorta di maestro, ho imparato molto da lui, di conseguenza mi sembrava doveroso che nel mio primo progetto ci fosse solo il suo feat. L’Umbria è una regione bellissima quanto, secondo me, un po’ chiusa in se stessa.

È importante parlare di questa regione per una questione di appartenenza e per fare capire alla gente che ci siamo anche noi. Il mio sogno sarebbe creare una vera e propria scena, ma questo non accadrà mai se gli artisti non vedono supporto dalla regione stessa, magari con più festival o eventi dedicati a questa cultura. Mi rendo conto che siano “parole da politico” ma sono stanco di vedere artisti fortissimi che sono costretti a trasferirsi a chilometri da casa per inseguire la loro passione.

You may also like

Intanti
Interviste

Alla scoperta di “Incanti”, spettacolo di illusionismo e teatro

Torna in scena “INCANTI”, lo spettacolo scritto e diretto dal campione italiano di mentalismo ANDREA RIZZOLINI e prodotto da Officine
Veronica Rudian
Interviste

Veronica Rudian, il volo dei gabbiani e la compositrice seduta in riva al mare

Veronica Rudian ha pubblicato lo scorso 1 dicembre, “FLIGHT OVER THE WAVES” (distribuzione ADA Music Italy). Il brano è un’ode alla libertà