Il nuovo-vecchio Sanremo 2025 di Carlo Conti è partito, senza un minimo di fiato, senza una gag, senza un’immagine per i meme che tanto avremmo utilizzato sui social.. ma con tanta tanta musica.
Che poi dovrebbe essere il tema della rassegna quindi bene così, se non ci fossero state di mezzo esibizioni storte, sfilate di abiti senza melodie e giri armonici già sentiti e cantati pure male. Insomma tutti gli ingredienti per il solito festival, che ci vedrà qui tra 5 giorni a cantare a squarciagola ritornelli che ora ci fanno arricciare il naso. Tutto normale, tutto come al solito: gattopardesco Carlo Conti, anche quest’anno ci hai dato il nostro pane quotidiano per azzuffarci tra i nostri cantanti preferiti
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I 29 brani proposti quest’anno si ascoltano ma non arrivano, specie alla prima serata. Qualche traccia di buona musica attuale (Shablo e co. pensateci voi), una spruzzata di buon cantautorato che non guasta mai (bravi Lucio Corsi e Brunori Sas, giustamente premiati dalla Sala Stampa), tanto sole cuore e amore, pochi luoghi, nessun lago. E sorprese qua e là, negative e positive come giusto che sia.
In un turbine di scalette anticipate e abiti discutibili, anche noi in sala stampa ci siamo dilettati a votare e giudicare i big di stasera. Ecco le loro pagelle
Le pagelle della prima serata di Sanremo 2025
Gaia – “Chiamo io chiami tu” – 5
Prima o poi entrerà in testa questa canzone, forse, ma non oggi. Leggerissimamente prevedibile nell’impianto melodico, poco sfruttata l’orchestra… insomma come se fosse sempre lunedì
Francesco Gabbani – “Viva la vita” – 5+
Ballatona telefonata ed ecumenica che all’inizio della scaletta te la canticchi pure, ma a tarda notte potrebbe stroncarci peggio della melatonina. Se pensiamo che a Sanremo è finito sempre sul podio ed è un palco in cui si trova perfettamente a suo agio, beh stavolta se la poteva giocare meglio
Rkomi – “Il ritmo delle cose” – 6
Alla fine il brano di Rkomi non dispiace, è un violento decrescendo citando il testo. Flow giusto, arrangiamento azzeccato, testo interessante. Certo non per la classifica, ma in radio e sugli streaming andrà, alla faccia dell’algoritmo
Noemi – “Se ti innamori muori” – 5,5
Elegantissima e con un timbro come di consueto graffiante, però porta sempre la stessa canzone festivaliera doc con gli amori struggenti e il ritornello che si apre maestoso: un prodotto del territorio ligure preservato da un disciplinare di settore tanto quanto i fiori di Sanremo o la focaccia di Recco (per saperne di più consultate la tabella del ministero delle canzoni)
Irama – “Lentamente” – 4,5
Il commodoro Irama, agghindanto come Napoleone mentre si accingeva a sbarcare all’isola d’Elba, si imbarca per una traversata oceanica musicale con un brano che abbiamo già ascoltato nei precedenti festival e probabilmente anche in una precedente vita. Ma come Napoleone all’isola d’Elba, guai a darlo già per vinto
Come_cose – “Cuoricini” – 8-
Maledetti vezzeggiativi e maledetti anni 80, riuscirebbero a conquistarmi anche se cantassero di vivisezione. Canzone che entra ossessivamente in testa, obiettivo della settimana trovare tutte parole che finiscono in -ini per storpiare il ritornello (ok brillantini, NO Mussolini)
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Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola” – 7
Testo commovente ed esibizione emozionante, con la voce tremante a dare colore ad un testo che merita l’attenzione che sta ricevendo e la posizione che ha conquistato. Quando Cristicchi scrive è sempre un pugno nello stomaco
Marcella Bella – “Pelle diamante” – 6+
Piantata sul palco manco l’avessero chiodata, testo da queen, anni 80 che se sente l’odore fino da qua. Ovviamente promossa
Achille Lauro – “Incoscienti giovani” – 5
Sinceramente per me una delusione sta virata malinconica. Ballad prevedibilissima, anche se ben arrangiata e con un super utilizzo dell’orchestra. Ma la canzone è poca roba
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Giorgia – “La cura per me” 6-
S’è sempre detto che Giorgia ha un talento vocale incredibile, ma un repertorio non così notevole come la sua voce. In questo festival la diceria si è confermata: esibizione da urlo, brano dimenticabile. Poi per carità è sempre Giorgia, quindi sempre meglio dei tre quarti dei concorrenti di questo e dei prossimi Sanremo, però..
Willie Peyote – “Grazie ma no grazie” – 6
Un po’ di leggerezza e un po’ di citazionismo a Sanremo ci stanno sempre bene. Poi quando si va verso gli anni ’90 con la musicalità mi si invita a nozze. Non andrà da nessuna parte, ma tant’è
Rose Villain – “Fuorilegge” – 5,5
Ok la presenza scenica, ma il ritornello a Sanremo è più importante. E mannaggia, quello di quest’anno è meno potente di “Click boom”
Olly – “Nostalgia Canaglia” – 5
Era tra i favoriti, immagino (e spero) non lo sarà più. Nervosissimo sul palco, rosso e con la vena al collo manco dovesse andare a fare a botte, canzone dignitosa ma nulla di eccezionale. Peccato perché le aspettative erano altissime
Elodie – “Dimenticarsi alle 7” – 5
Ci prova dal 2017, dovrebbe metterci una pietra sopra oramai sul festival. Elegantissima, ma il brano non graffia
Shablo feat. Guè, Joshua & Tormento – “La mia parola” –7
Che belli sul palco, a vedere Tormento mi viene un tuffo al cuore. Tra le migliori della serata, ritmo e armonia da hip hop classico anni ’90, zero sanremese ma chissene frega.
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Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore” 5,5
Di stima, perché la canzone dopo le 23.30 è da abbiocco immediato. Però che classe Ranieri, come si fa a non notarlo!
Tony Effe – “Damme ‘na mano” – 4,5
Se solo l’avesse cantata e non sbiascicata tutto il tempo, sbagliando completamente tutte le tonalità, sarebbe stata pure una canzone carina.
Serena Brancale – “Anema e core” – 6
Energica e paracula, ci da una scossa non indifferente quando l’ora comincia a farsi tarda. Non so se al secondo ascolto si confermerà ma finora non dispiace
Brunori Sas – “L’albero delle noci” – 7,5
Io per Dario ho un debole, ma questa canzone farebbe sciogliere anche il peggiore hater. Il cantautorato di qualità che sale sul palco, emozioni e delicatezza su sette note. Non poteva non essere tra i primi cinque
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Modà – “Non ti dimentico” – 5,5
Tipica canzone di Kekko: ritornello smarmellato, basita lei, basito lui, sguardo fisso in camera e vai che la giriamo
Clara – “Febbre” – 5
Un film di Ennio Annio
Lucio Corsi – “Volevo essere un duro” – 7,5
L’inno alla normalità e alle debolezze, cantata con delicatezza ma allo stesso tempo con orgoglio, suonando due strumenti e non sbagliando neanche una nota. Forse la più bella sopresa di questo Festival, posizione alta meritatissima
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Fedez – “Battito” – 6,5
Levategli la patina di sensazioni negative o positive che la persona ovviamente lascia a chiunque ed ecco che la canzone sembra il Fedez prime di qualche tempo fa. Delicata e potente allo stesso momento con un bel flow e un bell’arrangiamento. Peccato il tam tam gossipparo che si porta e si porterà dietro
Bresh – “La tana del granchio” – 5
Il testo poca roba, l’arrangiamento nulla di entusiasmante. Insomma una canzone piatta per l’esordio sul palco dell’Ariston.
Sarah Toscano – “Amarcord” – 5,5
Bella energia, poca sostanza. Impossibile replicare la strada di Angelina Mango, almeno per questo festival
Joan Thiele – “Eco” 5,5
Un bel mash-up di citazioni, che rimane però un po’ incompiuto almeno a livello di armonia che non rimane in testa. Comunque un buon esordio
Rocco Hunt – “Mille vote ancora” – 5-
Parte il mandolino e perdo completamente l’attenzione. Poi mi ricordo del reggaeton e scappo in pausa sigaretta
Francesca Michielin – “Fango in Paradiso” – 5
Buona interpretazione, canzone che dimentichi dopo 20 secondi
The Kolors – “Tu con chi fai l’amore” – 6
Lo stesso brano da tre anni, ma almeno se balla un po’!